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Immaginate realtà

Link testo formato PDF: https://drive.google.com/file/d/1e8EhiL_gMnZjc23Tga88mbPJLhBCV2NA/view?usp=drivesdk Anteprima: Giuliana insegna lettere e filosofia al liceo classico. Sono le otto e trenta ed è nell’aula, vuota, della quarta B, in piedi, che aspetta i suoi studenti. Nella notte, un loro compagno di classe, Ahmed, diciassette anni, è stato trovato morto, sulla spiaggia, probabilmente ammazzato. La notizia si è presto diffusa in città. Pescara è piccola e un omicidio non l’è consueto. Il ragazzo era molto conosciuto. Magro, carnagione olivastra, tratti esotici del maghrebino, piglio da duro, aveva un carattere aperto, un po’ guascone, al limite della strafottenza. Un capobranco che piaceva alle ragazzine che, quella mattina, erano lì, a scuola, a piangerlo. E non erano le sole. La morte non lascia mai indifferenti, se si ha un minimo di umanità, tanto più se ti passa vicino, improvvisa, violenta, prematura, che, proprio, non riesci a girarti dall’altro lato... Finita la lezione, ...

Luci ed ombre

 https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/racconti/693129/luci-ed-ombre-5/ Link testo formato PDF: https://drive.google.com/file/d/1dsnLT-1CGwPdljal95yOu8s2pYs_zyGN/view?usp=drivesdk

Germogli

- Germogli - Anna è sul marciapiede, che aspetta di attraversare, un’occhiata alla strada, è libera, le squilla il telefono, s’avvia e risponde. Sul lato opposto, di fronte a lei, seduti su una panchina, due fanciulli sembrano guardarla. Anna accenna un sorriso e loro ricambiano. Si avvicina e chiede se abbiano bisogno di qualcosa. Sono piccoli e stanno lì da soli. “Aspettiamo mamma e papà “. Risponde la femminuccia, la più grandicella dei due. “Chiedevo se avete bisogno di aiuto”. Insiste la donna. “Aspettiamo mamma e papà”. Di nuovo la bimba. “Mi chiamo Simone”. Le fa il bambino. Mentre Anna si sta voltando per andar via. “Piacere, io sono Anna”. “E questa bella piccina come si chiama?” “Io sono Noemi“. Con la vocina orgogliosa, accompagnata da due occhioni, che fanno tenerezza. Erano nomi che Anna amava. Così avrebbe chiamato gli altri due figli, avesse scelto di farli nascere e fossero stati uno maschio e l’altra femmina. Sarà stato anche per que...

Fragilità e libertà

- Fragilità e libertà - Matteo, 12 anni, è un ragazzino vivace e solare, come tanti della sua età. È magro, pelle olivastra, capelli neri, leggermente mossi. Ha due sorelle, poco più grandi, con le quali ha poca confidenza, ma va d’accordo, e due genitori, che gli danno fiducia quanto basta, perché non si senta oppresso. A scuola è bravo e lo studio non gli dispiace. Studia musica e gioca a calcio. Il pomeriggio, dopo aver fatto i compiti, si vede con gli amici, nella piazzetta del paese. Tremila abitanti o poco più, ma non manca l’essenziale e l’estate si riempie di gente. Siamo a giugno, poco prima del tramonto, e Matteo è sul terrazzo di casa, che ridà sulla vallata, che guarda il cielo farsi rosso sugli Appennini abruzzesi. È uno spettacolo consueto, ma sempre bello a vedersi. È lì sereno, che aspetta che sia pronta la cena e, d’un tratto, gli sparisce il mondo attorno. Egli solo reale, immerso tra cose divenute senza sostanza. Un vuoto che è peggiore del buio. Con la sensazione ...

L'Amore che non muore

- L’Amore che non muore -   Nerina si guardò attorno, frastornata. Si era svegliata, in pieno giorno, in un prato. Un posto che non conosceva, dove non ricordava come fosse arrivata. Cercò di tornare a casa, muovendosi, disorientata e confusa, da un lato all’altro di quel luogo sconosciuto. Finché si addormentò, nonostante il chiarore, benché non fosse stanca. Si risvegliò che era ancora giorno e si riaddormentò, con la stessa luce, dopo aver vagato, nuovamente, alla ricerca della via, senza che avesse né fame, né sete. Fu così anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Fino a quando, sopraffatta dal senso di impotenza, Nerina si abbandonò a quel tutto immutabile che la circondava, così da diventarne parte ella stessa. Quando si svegliò, finalmente acquietata, si guardò di nuovo attorno, come la prima volta. L’erba era rigogliosa, gli alberi grondanti di frutta, gli arbusti ricolmi di bacche. E, nell’aria mite, risuonava, melodioso, il silenzio. Nerina era lì, ad aspettare il nulla...

Il Matriarcato

- Il Matriarcato -   Mio padre è stato un uomo buono, perché non ha mai picchiato mia madre, la quale è stata una donna cattiva, perché ha sempre sgridato mio padre. Mia madre è stata una donna buona, perché non ha mai picchiato mio padre, il quale è stato un uomo cattivo, perché non ha mai sgridato mia madre. Lui non ha picchiato lei, che non ha picchiato lui, buono lui, buono lei. Lei ha sgridato lui, che non ha sgridato lei, cattiva lei, cattivo lui. Eppure, se qualcuno mi dovesse chiedere dell’uno e dell’altra, d’acchito, direi di mia madre che è stata una ‘strega’ e di mio padre che è stato un ‘santo’. Lui, un marito che non si è mai permesso di discutere le decisioni che la moglie prendeva, fuori e dentro casa. Lei, una moglie che zittiva il marito prima ancora che aprisse bocca. Lui che parlava di quieto vivere, al solo accennarsi di un litigio, e lei che minacciava venti di guerra, al primo sentore di timido dissenso. Ora, tornando, un attimo, indietro. Siamo sicuri che non...